Uno degli imputati ha citato durante un interrogatorio il ministro dell'Economia Antonio Costa Silva, ma i magistrati non hanno trascritto il cognome correttamente. Il Paese andrà di nuovo al voto il 10 marzo
Un errore di trascrizione nel corso di un interrogatorio avrebbe alterato il lavoro della Procura generale in Portogallo nelle indagini che hanno portato alle dimissioni il primo miinistro.
Nella conversazione con i magistrati, Diogo Lacerda Machado, consulente e amico personale del premier Antonio Costa, che avrebbe promesso a un imprenditore coinvolto nell’inchiesta di semplificare alcune pratiche burocratiche, si sarebbe riferito in realtà al Ministro dell'Economia António Costa Silva.
L'avvocato di Lacerda Machado ha affermato che il suo assistito ha sempre pronunciato il cognome corretto durante la conversazione con i magistrati, esonerando il detenuto dalle responsabilità.
Costa si è visto costretto a rassegnare le dimissioni martedì 7 novembre perché "vergognato" del ritrovamento di oltre 75 mila euro in contanti nell'ufficio di Vítor Escária, il suo capo di gabinetto.
Il Paese andrà al voto anticipato il prossimo 10 marzo: il presidente della Repubblica Marcelo Rebelo de Sousa ha già ordinato lo scioglimento delle Camere dopo aver constatato l'impossibilità di formazione di un governo alternativo.
Il giudice istruttore che ha ordinato le incursioni e gli arresti ha ipotizzato la presenza di illeciti, corruzione di funzionari eletti e traffico di influenze rispetto alle concessioni per le miniere di litio nel Nord del Paese, i piani per un impianto di idrogeno verde e un centro dati a Sines, sulla costa meridionale.
Costa appartiene al partito socialista ed è alla guida del Portogallo dal 2015. Si è dimesso immediatamente dopo i blitz della polizia nella sede del governo. Sul registro degli indagati c'è anche il ministro delle Infrastrutture João Galamba.