A minacciare l'impiego di armamenti mai utilizzati e letali è il portavoce della Commissione per la sicurezza nazionale del parlamento iraniano, Abolfazl Amouei
Se l'invito dei partner occidentali è quello di usare moderazione, il monito dell'Iran a Israele è di "comportarsi razionalmente perché, in caso decidesse di intraprendere un'azione militare in risposta all'attacco di sabato, Teheran sarebbe pronta a utilizzare un'arma mai usata prima".
A minacciare l'impiego di armamenti inediti è il portavoce della Commissione per la sicurezza nazionale del parlamento iraniano, Abolfazl Amouei, che aggiunge: "Stiamo valiutando tutti gli scenari e agiremo con coraggio. Il nostro messaggio è di pace e, allo stesso tempo, vogliamo dire che l'Iran è militarmente preparato".
Gli Stati Uniti cercano di mettere un freno a Israele
Il botta e risposta tra Teheran e Tel Aviv si accende mentre gli Stati Uniti cercano di porre un freno alla portata della rappresaglia di Israele, per ora solo promessa, dopo l'attacco della notte tra il 13 e 14 aprile.
È chiaro il messaggio del segraterio di Stato americano Antony Blinken: "Non vogliamo vedere un'escalation nella regione" ha detto, parlando con l'ex capo di stato maggiore delle forze di difesa israeliane,Benny Gantz, che fa parte del gabinetto di guerra insieme al premier Benjamin Netanyahu e al ministro della Difesa, Yoav Gallant.
Al tempo stesso, Blinken ha sottolineato che l'eventuale risposta all'Iran deve essere decisa da Israele come stato sovrano. Su tempi e modi dell'azione militare di risposta, Israele non ha per ora fornito alcun dettaglio, sostengono da Washington.
Promesse nuove sanzioni Usa all'Iran
Nel frattempo, sempre gli Stati Uniti annunciano nuove sanzioni al programma missilistico e di droni dell'Iran, oltre che nei confronti delle entità che supportano le Guardie Rivoluzionarie e la Difesa iraniane, e premono perché gli alleati facciano la stessa cosa. "L'obiettivo è quello di degradare la capacità e l'efficacia militare di Teheran" ha spiegato il consigliere per la sicurezza nazionale Usa Jake Sullivan.
Altri morti negli attacchi a Gaza
Dove Israele non sta già da tempo mettendo moderazione è nella Striscia di Gaza.
Undici persone, tra cui diversi bambini, sono state uccise in un attacco aereo israeliano al campo profughi del Maghazi nel centro di Gaza.
Si registrano altre sette vittime, tra cui quattro bambini, nel raidaereo contro una casa nel campo profughi di Yabna a Rafah. Altri due morti a Gaza City.
Ore prima l'incursione di Israele sul campo profughi di Jabaliya aveva prodotto altre vittime e feriti, molti dei quali sono stati estratti dalle macerie della moschea dei Martiri di Al-Fakhoura.
Sono almeno 33.843 i palestinesi uccisi e 76.575 i feriti negli attacchi israeliani a Gaza sinora.
Il capo dell'Ufficio di Coordinamento degli Affari Umanitari delle Nazioni Unite, Andrea De Domenico, ha dichiarato ai giornalisti che "le operazioni umanitarie sono regolarmente ostacolate".
Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu vota su Palestina
La diplomazia, che ha tempi lunghi rispetto alla guerra, continua a lavorare. Il Consiglio di sicurezza dell'Onu voterà giovedì sulla richiesta della Palestina di diventare membro a pieno titolo delle Nazioni unite. All'inizio del mese l'autorità nazionale palestinese aveva presentato la richiesta che era già stata sottoposta alle Nazioni Unite per la prima volta nel 2011.