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Gaza: iniziata evacuazione parziale da Rafah est, nella notte morti 16 civili in due raid israeliani

Un soldato israeliano passa davanti a una fila di carri armati nel sud di Israele vicino al confine con la Striscia di Gaza, 5 maggio 2024
Un soldato israeliano passa davanti a una fila di carri armati nel sud di Israele vicino al confine con la Striscia di Gaza, 5 maggio 2024 Diritti d'autore Tsafrir Abayov/Copyright 2024 The AP. All rights reserved.
Diritti d'autore Tsafrir Abayov/Copyright 2024 The AP. All rights reserved.
Di Euronews Agenzie:  AP
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

Migliaia di civili palestinesi sono stati chiamati a spostarsi da Rafah a una zona umanitaria ampliata nelle aree di al-Mawasi e Khan Younis. Idf: evacuazione Rafah temporanea e di portata limitata. Nella notte 16 morti in due attacchi israeliani

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L'esercito israeliano ha fatto sapere di aver cominciato a chiedere ai palestinesi di evacuare i quartieri orientali di Rafah, quelli al confine israeliano, in vista di una possibile offensiva pianificata nell'area meridionale della Striscia di Gaza. I civili sono stati invitati a spostarsi in una zona umanitaria ampliata nelle aree di al-Mawasi e Khan Younis. L'evacuazione di Rafah est riguarda circa centomila persone, nell'area della città ci sono attualmente centinaia di migliaia di sfollati palestinesi.

Annuncio in lingua araba in cui l'Idf invita i residenti nei quartieri orientali di Rafah ad evacuare temporaneamente nell'area umanitaria ampliata, 6 maggio 2024
Annuncio in lingua araba in cui l'Idf invita i residenti nei quartieri orientali di Rafah ad evacuare temporaneamente nell'area umanitaria ampliata, 6 maggio 2024Copyright: Idf

Non sono tardate ad arrivare le reazioni della comunità internazionale, alla notizia dei preparativi per l'offensiva su Rafah. La Francia ha ribadito la sua "ferma opposizione" all'operazione militare e il ministero degli Esteri francese ha ricordato come "lo sfollamento forzato di civili costituisce un crimine di guerra second il diritto internazionale". 

Anche il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha condannato l'incombente attacco a Rafah. "Abbiamo sempre detto che non bisogna attaccare Rafah e di fronte a un irrigidimento generale dobbiamo continuare a lavorare per la pace", ha sottolineato Tajani nel corso di un incontro con la stampa estera. 

L'agenzia delle Nazioni Unite per l'infanzia Unicef e la direttrice generale dell'Ong Save the Children International Inger Ashing, hanno sottolineato che è a rischio la vita di oltre 600mila bambini. "Per settimane abbiamo avvisato che non esiste un piano di evacuazione fattibile per sfollare e proteggere legalmente i civili". 

Ashing ha poi aggiunto che "l'incursione annunciata non solo metterà a rischio la vita di oltre 600mila bambini, ma nel migliore dei casi interromperà e nel peggiore causerà il collasso del sistema degli aiuti umanitari che attualmente lotta per mantenere in vita la popolazione di Gaza". Save the Children ha infine chiesto a tutti gli Stati di agire per proteggere i civili e ha chiesto che Israele rispetti il divieto di trasferimento forzato e di deportazione dei civili previsto dal diritto internazionale.

Evacuazione da Rafah

Dopo aver detto che "c'è stata un'ondata di aiuti umanitari destinati a Gaza", l'Idf ha sottolineato in un tweet su X che l'esercito "ha ampliato l'area umanitaria ad Al-Mawasi". Un'area che comprende "ospedali da campo, tende e maggiori quantità di cibo, acqua, farmaci e forniture aggiuntive". Per questo ci sarà "il graduale spostamento dei civili nelle aree specificate, verso l'area umanitaria". Le informazioni sullo "spostamento temporaneo saranno trasmesse attraverso manifesti, messaggi sms, telefonate e trasmissioni mediatiche in arabo".

L'esercito israeliano avrebbe descritto l'avvio dell'operazione di spostamento dei civili dalla parte est di Rafah nel sud della Striscia come un'operazione "temporanea" e di "portata limitata": "Abbiamo avviato un'operazione su scala limitata per l'evacuazione temporanea delle persone che - ha detto un portavoce militare - vivono a Rafah est".

Attacchi israeliani su Rafah uccidono 16 civili

La notizia arriva nella mattina di lunedì 6 maggio a poche ore da quella delle sedici persone rimaste uccise nella notte in un attacco aereo israeliano a Rafah. Lo hanno riferito fonti sanitarie e dei soccorsi di Gaza precisando che i morti sono di due famiglie colpite, sette nella prima e nove nella seconda. I raid sono avvenuti in luoghi diversi di Rafah: il campo profughi di Yebna e nei pressi di Al Salam.

Tre soldati israeliani morti a Karem Shalom, chiuso l'omonimo valico

Nella serata di domenica 5 maggio le forze armate israeliane hanno reso noto che tre soldati sono stati uccisi in un attacco lanciato da Hamas contro Kerem Shalom, al confine con la Striscia di Gaza e poco lontano da Rafah. Undici i soldati sono rimasti feriti. 

L'Idf ha poi dichiarato di aver chiuso al passaggio dei camion di aiuti Kerem Shalom, il principale valico di frontiera nel sud della Striscia.

Borrell: urge un cessate il fuoco

"Lo scenario tanto temuto si è avverato: secondo la direttrice del Wfp, Cindy McCain, c'è una carestia in piena regola nel nord di Gaza, che si sta spostando verso sud - ha scritto il 6 maggio su X l'Alto rappresentante dell'Ue per la Politica estera Josep Borrell -. Le richieste finora inascoltate della comunità internazionale devono essere ascoltate: la risoluzione Onu 2728 deve essere attuata pienamente e immediatamente". 

L'Alto rappresentante Ue sottolinea come sia necessarioun cessate il fuoco per arrivare alla liberazione degli ostaggi e portare sollievo a chi muore di fame. 

Ottanta anni fa la fine dell'Olocausto

Ottant'anni dopo la fine dell'Olocausto, Israele si trova nuovamente ad affrontare un nemico "spietato e brutale" che cerca la sua distruzione. Le parole sono del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu durante la cerimonia ufficiale commemorativa di Yom Hashoah allo Yad Vashem, l'ente nazionale per la Memoria della Shoah di Gerusalemme. 

L'attacco di Hamas del 7 ottobre "non è stato un Olocausto, non per mancanza dell'intenzione di annientarci, ma per mancanza di capacita'", afferma Netanyahu, insistendo sul fatto che il gruppo terroristico palestinese aveva la "stessa intenzione" di spazzare via il popolo ebraico, come i nazisti. A differenza dell'Olocausto per Netanyahu oggi Israele "ha una forza in grado di difenderlo".

I nostri nemici hanno commesso un grave errore. Pensavano che fossimo una società debole. Si sbagliavano. La nostra prova è continuare e restare uniti fino a raggiungere la vittoria perchè questi sono giorni fatidici e questo e' l'unico modo per garantire la nostra esistenza e il nostro futuro".
Benyamin Netanyahu
Primo ministro israeliano

Per la prima volta Usa bloccano invio armi a Israele

Per la prima volta dal 7 ottobre 2023 gli Stati Uniti hanno bloccato un invio di armi ad Israele. Lo ha riferito domenica 5 maggio il Consiglio per la sicurezza nazionale americana precisando che "la politica di sostegno ad Israele non cambia". 

"Gli Stati Uniti hanno donato miliardi di dollari in assistenza alla sicurezza di Israele dopo gli attacchi del 7 ottobre, hanno approvato il più grande stanziamento supplementare mai realizzato e hanno guidato una coalizione senza precedenti per difendere Israele dagli attacchi iraniani", ha precisato un portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale sottolineando che Washington continuerà "a fare ciò che è necessario per garantire che Israele possa difendersi dalle minacce".

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