Decine di migliaia di persone in piazza a Buenos Aires per dire "no" ai piani del presidente di profondi tagli alla spesa e di deregulation dell'economia alla vigilia del voto parlamentare sul disegno di legge
In Argentina è andato in scena il primo sciopero generale contro le politiche radicali del presidente ultraliberista Javier Milei, da quando è in carica.Decine di migliaia di persone sono scese in piazza a Buenos Aires per dire "no" ai suoi piani di profondi tagli alla spesa, di riforma dell'economia e contro una nuova legge che limita il diritto di protesta e amplia i poteri presidenziali.
La protesta alla vigilia del voto in Parlamento
Giovedì 25 gennaio, la Camera dei deputati argentina dovrà votare un'importante legge annunciata il mese scorso da Javier Milei. Il disegno di legge include misure di deregolamentazione e tagli alla spesa per affrontare il deficit fiscale argentino, oltre all'espansione dei poteri presidenziali e alla modifica dei diritti di protesta.
Sindacati contro Milei
Milei, economista di estrema destra, è stato eletto a dicembre promettendo misure estreme per affrontare la crisi dell'inflazione e l'impennata della povertà nel Paese. Le sue proposte lo hanno messo in rotta di collisione con i sindacati. Lo sciopero è stato organizzato dal sindacato argentino Confederazione Generale del Lavoro (Cgt).
"Non tradite i lavoratori"
Domani "non tradite i lavoratori", ha detto Pablo Moyano, leader della Cgt nel suo intervento alla manifestazione, riferendosi all'atteso voto della legge Omnibus al Congresso.
"Giovedì dovranno affrontare la decisione storica di dire se stanno con i lavoratori o con le imprese che sono d'accordo con questo modello economico che il presidente Milei sta promuovendo", ha affermato il sindacalista, esortando a "non tradire i lavoratori".
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