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"Ultima chance per Israele": al Cairo i colloqui per un accordo. L'Idf controlla valico di Rafah

Esercito israeliano a Gaza
Esercito israeliano a Gaza Diritti d'autore Tsafrir Abayov/Copyright 2024 The AP All rights reserved
Diritti d'autore Tsafrir Abayov/Copyright 2024 The AP All rights reserved
Di Euronews
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"Ultima chance per Israele" di riavere i propri ostaggi, annuncia un funzionario di Hamas. Intanto al Cairo i colloqui per un accordo tra le parti. L'Idf ha preso il controllo del valico di Rafah. Borrell e Guterres hanno condannato le azioni di Israele

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I colloqui al Cairo sono "l'ultima chance per Israele per la liberazione degli ostaggi". Lo fa sapere un funzionario di Hamas in forma anonima poco prima della partenza della delegazione palestinese da Doha, Qatar, per raggiungere la capitale egiziana. Anche la delegazione israeliana ha, però, raggiunto il Cairo nelle ultime ore solo per valutare la capacità di Hamas di "cambiare le proprie posizioni".

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha fatto sapere che l'ingresso a Rafah serve "a due principali obiettivi di guerra: il ritorno dei nostri ostaggi e l'eliminazione di Hamas". "La proposta di ieri di Hamas mirava a silurare l'operazione a Rafah. Non è successo", ha aggiunto.

Della delegazione israeliana al Cairo non fanno parte i principali negoziatori, ma in questa fase parteciperanno dei delegati di livello inferiore. A loro il premier avrebbe dato istruzioni di "restare fermi sulle condizioni necessarie per la liberazione dei nostri ostaggi e sui requisiti essenziali per la sicurezza di Israele". "Israele non accetta una proposta che mette in pericolo la sicurezza dei nostri cittadini e il futuro del Paese".

"Decidendo di chiudere i valichi di frontiera di Rafah e Kerem Shalom, Israele sta portando la regione verso il disastro e continua la sua politica di fame e persecuzione dei palestinesi". È quanto ha dichiarato Hamas in una nota in cui condanna lo Stato israeliano. Il gruppo palestinese invoca, inoltre, l'intervento della comunità internazionale per fermare quanto sta accadendo nelle ultime ore nella Striscia di Gaza.

"È necessario un intervento internazionale. L'amministrazione Biden e la comunità internazionale hanno la piena responsabilità della continuazione della guerra".

Le forze israeliane hanno preso il controllo del valico di frontiera di Rafah con l'Egitto nella Striscia di Gaza, proseguendo l'offensiva nella città meridionale mentre i negoziati per il cessate il fuoco con Hamas rimangono precari. 

Nelle prime ore di martedì le forze di difesa israeliane hanno bloccato l'importante valico di Rafah impedendo l'ingresso degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza dall'Egitto.  

Intanto, l'Autorità palestinese ha chiesto l'intervento degli Stati Uniti per "impedire immediatamente l'ulteriore invasione di Rafah", lo ha chiesto il portavoce della presidenza palestinese, Nabil Abu Rudeineh,che ha parlato delle conseguenze per i civili, in particolare per gli sfollati arrivati dalle aree del nord e del centro della Striscia di Gaza.

"Israele, sostenuto dagli Usa con armi, denaro e copertura politica, insiste per proseguire a sfidare la legittimità internazionale dal momento che il veto americano lo proteggerà", ha aggiunto.

Anche il capo della politica estera dell'Ue, Josep Borrell, ha condannato l'incursione di Rafah: "Temo che questo causerà ancora molte vittime, vittime civili, ci sono 600mila bambini a Gaza. Saranno spinti nelle cosiddette zone sicure di Gaza. Non ci sono zone sicure a Gaza".

Anche il Segretario generale dell'Onu, Antionio Guterres, ha condannato l'attacco di Israele a sud della Striscia, lo ha definito un errore strategico e ha chiesto l'immediata apertura del valico di Rafah.

Edifici distrutti a Rafah, 07 maggio 2024
Edifici distrutti a Rafah, 07 maggio 2024Ismael Abu Dayyah/Copyright 2024 The AP. All rights reserved.
Un edificio distrutto a Rafah, Gaza, 07 maggio 2024
Un edificio distrutto a Rafah, Gaza, 07 maggio 2024Ismael Abu Dayyah/Copyright 2024 The AP. All rights reserved.

Bloccata Rafah: Israele lancia attacchi mirati all'importante valico al confine con l'Egitto

Lunedì sera Israele ha iniziato a bombardare massicciamente la parte orientale della città più meridionale della Striscia di gaza, dove su ordine israeliano, si rifugiano circa 1,4 milioni di palestinesi sfuggiti all'offensiva di terra nel nord e nel centro della Striscia. Le vittime accertate sono già undici. 

Contemporaneamente le truppe israeliane avrebbero iniziato ad attaccare il valico di Rafah. Secondo quanto riportato dalla televisione al Aqsa già lunedì sera carri armati israeliani sparavano sul valico da circa duecento metri di distanza e altri tank dell'Idf sarebbero stati avvistati alla periferia orientale di Rafah. 

Lunedì l'esercito israeliano ha ordinato a circa 100mila persone di evacuare i quartieri orientali di Rafah, l'ultima roccaforte del gruppo militante palestinese secondo i comandi militari a Tel Aviv. Gli Stati uniti continuano a opporsi all'invasione di Rafah a meno che Israele non fornisca un piano “credibile” per proteggere i civili.

Israele rifiuta il cessate il fuoco: "non soddisfatte le richieste essenziali"

"La proposta di Hamas sul cessate il fuoco non soddisfa le richieste essenziali di Israele", ha affermato l'ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu dopo la riunione del gabinetto di guerra, che ha deciso all'unanimità di continuare con le operazioni a Rafah per "velocizzare il rilascio degli ostaggi". 

Tuttavia, in una nota del governo israeliano si legge che Israele invierà una delegazione in Egitto "per massimizzare la possibilità di ottenere un accordo su termini accettabili" in merito al cessate il fuoco a Gaza. Anche il ministero degli Esteri del Qatar ha annunciato l'invio di una delegazione al Cairo martedì.

Nonostante l'ora tarda, migliaia di israeliani sono scesi in piazza per chiedere al governo di accettare i termini dell'accordo di cessate il fuoco sul tavolo. Circa mille persone si sono radunate presso il quartier generale militare di Tel Aviv, mentre un centinaio di manifestanti hanno marciato verso la residenza di Netanyahu a Gerusalemme con uno striscione che recitava "Il sangue è nelle tue mani". Piccoli raduni sono stati segnalati anche in altre città di Israele.

L'annuncio è arrivato poche ore dopo che Hamas aveva accettato la proposta di un cessate il fuoco da parte di Egitto e Qatar. Secondo quanto dichiarato dai funzionari del gruppo radicale palestinese, il piano prevedeva tre fasi, ciascuna di 42 giorni, con  un cessate il fuoco, la ricostruzione di Gaza, il ritorno degli sfollati alle loro case e un accordo per lo scambio di prigionieri. 

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Un funzionario israeliano ha detto che non è chiaro quale proposta Hamas abbia accettato, dato che alcuni dei termini sembrano differire sostanzialmente da quelli mostrati dai mediatori a Israele e concordati dal governo israeliano la scorsa settimana.

Il punto che continua a dividere maggiormente le parti è la permanenza del cessate il fuoco, pretesa da Hamas in cambio del rilascio degli ostaggi, categoricamente negata da Israele, che vuole riservarsi il diritto di riprendere l'azione militare per "distruggere definitivamente" l'ala militare del gruppo palestinese.  

In ogni caso, secondo Hareetz, la versione di accordo accettata da Hamas non include la richiesta immediata di un cessate il fuoco permanente, ma modifica altri elementi della proposta egiziana, come la richiesta di liberare 33 ostaggi nella prima fase. Inoltre toglierebbe a Israele il diritto di veto sul rilascio dei detenuti palestinesi in cambio.

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