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Xi a Budapest da Orban: Cina e Ungheria firmano 16 accordi di cooperazione, da ferrovie al nucleare

Xi Jinping e Victor Orban a Budapest
Xi Jinping e Victor Orban a Budapest Diritti d'autore Szilard Koszticsak/MTI - Media Service Support and Asset Management Fund
Diritti d'autore Szilard Koszticsak/MTI - Media Service Support and Asset Management Fund
Di Euronews
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Il presidente cinese Xi Jinping ha incontrato i vertici politici ungheresi dopo la visita in Serbia e Francia. Si parla di una serie di accordi raggiunti a Budapest che consolideranno i legami tra Pechino e Budapest

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Il presidente Xi Jinping, in Ungheria per l'ultima tappa del suo tour in Europa che lo ha portato in Francia e in Serbia, è stato ricevuto dal premier Viktor Orbán e ha sottoscritto con lui ''una partnership strategica globale''. La cooperazione tra i due Paesi riguarda 16 accordi che riguardano il settore delle infrastrutture ferroviarie, stradali, ma anche il nucleare e il settore automobilistico.

"Entrambi crediamo che l'amicizia di lunga data tra i nostri paesi poggi su basi solide", ha affermato Xi. Orban ha confermato che i due Paesi sono sempre stati amici e ha ricordato che le aziende cinesi garantiscono decine di migliaia di posti di lavoro in Ungheria.

Durante la permanenza di Xi a Budapest sono stati firmati accordi intergovernativi, ma di cui non si conoscono i dettagli. Orban si è limitato a dire che i due paesi vogliono lavorare insieme anche nel settore nucleare affermando che ''finora non è stato così". L'Ungheria è l'unico paese dell'Unione Europea che partecipa all'iniziativa cinese per le infrastrutture e gli investimenti della Via della Seta.

Il primo ministro ungherese Orbán e il presidente Sulyok hanno accolto Xi

A ricevere il capo di Stato cinese è stato il suo omologo ungherese Tamás Sulyok, nel cortile del Castello di Buda. Alla cerimonia hanno partecipato numerosi funzionari cinesi e ungheresi, tra cui il primo ministro Viktor Orbán, leader populista che ha da tempo instaurato legami stretti con Pechino, distanziandosi al contempo in più occasioni dai partner dell'Unione europea.

Xi è arrivato in Ungheria mercoledì tardi, nell'ambito di un tour europeo che ha toccato anche Serbia e Francia. Pechino ha investito miliardi in Ungheria e vede nel Paese un importante "base d'appoggio" tra i Ventisette. A dicembre, ad esempio, Budapest ha annunciato che uno dei maggiori produttori di veicoli elettrici al mondo, la cinese Byd, aprirà il suo primo stabilimento di produzione europeo nel sud del Paese: un'iniziativa che potrebbe mettere in crisi la competitività dell'industria automobilistica continentale.

Batterie, veicoli elettrici e ferrovie tra gli accordi (mantenuti però segreti)

L'Ungheria ospita inoltre diversi impianti cinesi per la produzione di batterie elettriche e spera di diventare un hub globale nel settore; ha poi approvato un progetto ferroviario per collegare il Paese con il porto del Pireo, controllato dalla Cina, in Grecia, al fine di agevolare l'ingresso merci cinesi nell'Europa centrale e orientale.

Entrambi i governi sono stati tuttavia attenti a mantenere segreti i contenuti di ogni potenziale accordo fino al suo annuncio ufficiale. Secondo notizie non confermate dai media, però, la Cina potrebbe annunciare ulteriori investimenti proprio nella produzione di veicoli elettrici e nello sviluppo della rete ferroviaria ungherese. Gli accordi in questione sarebbero almeno sedici, secondo quanto riportato dall'agenzia Ap.

Imponenti misure di sicurezza a Budapest

La visita di Xi ha comportato una serie di disagi per la popolazione di Budapest, che ha dovuto fare i conti con numerose strade chiuse e con l'imponente dispiegamento di forze dell'ordine al fine di garantire la sicurezza. Ciò non ha impedito però a gruppi di sostenitori o detrattori di Xi di riunirsi in alcuni punti della capitale. 

Un parlamentare ungherese dell'opposizione ha dichiarato di aver tentato di posizionare bandiere dell'Unione europea su un ponte di Budapest assieme ad un collega: i due sarebbero però stati avvicinati da un gruppo di uomini che hanno dichiarato di essere "volontari dell'ambasciata cinese". Questi ultimi si sarebbero "assicurati che non ci fossero bandiere tibetane o taiwanesi" lungo le strade che avrebbe poi percorso Xi.

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