Secondo un sondaggio di Euronews, il 51% gli europei considera negativa la politica migratoria recente dell'Unione europea. Il 71% vorrebbe controlli più severi alle frontiere
Il sondaggio, realizzato da Ipsos per Euronews in vista delle elezioni del Parlamento europeo di giugno, rivela una generale insoddisfazione sul tema. Su oltre 26mila intervistati in 18 Paesi dell'Ue, il 51% valuta in modo negativo le politiche migratorie, il 32% in modo né positivo né negativo, e solo il 16% in maniera positiva.
Malcontento generale
La tendenza è trasversale a generi, fasce d'età e professioni e si rileva, pur in misura differente dappertutto. In tutti iPaesi considerati, infatti i pareri negativi superano quelli positivi. Francesi (62%), austriaci (60%) e ungheresi (58%) sono i più critici, mentre in Danimarca (26%), Romania (27%) e Finlandia (32%) si registrano i tassi più bassi di opinioni negative.
Come prevedibile, sono i sostenitori dei gruppi di estrema destra Identità e Democrazia e Conservatori e riformisti europei a essere più critici (rispettivamente 78 e 65%), ma anche, e forse per ragioni opposte, quelli del gruppo della Sinistra (55%).
Gli elettori del Partito popolare europeo sono perlopiù insoddisfatti (46% contro il 20% di risposte positive) e anche quelli dei Socialisti e democratici, pur con un margine più ristretto (33% contro 24%).
Nel complesso, la valutazione dell'impatto dell'Ue sulla politica migratoria è la più negativa tra le sei aree esaminate nel sondaggio, che comprende la lotta alla pandemia da Covid-19, la guerra in Ucraina, la protezione dell'ambiente, la crescita economica e le politiche alimentari.
Più controlli alle frontiere
I risultati arrivano mentre è in via di approvazione definitiva il nuovo Patto migrazioni e asilo, la riforma legislativa delle politiche migratorie dell'Ue, che introduce regole comuni nell'Ue per gestire l'arrivo e la distribuzione dei richiedenti asilo.
Stando al sondaggio, i cittadini europei vorrebberorafforzare i controlli alle frontiere per combattere l'immigrazione irregolare. Il 71% degli intervistati nel sondaggio concorda che questo dovrebbe essere l'obiettivo principale nei prossimi anni, mentre il 28% auspica una politica più accogliente nei confronti dei migranti e l'1% non si pronuncia.
Polonia (86%), Bulgaria (83%) e Finlandia (83%) sono i Paesi dove si registra il maggiore supporto alla “linea dura”, che comunque rappresenta l'opzione preferita in tutti i Paesi intervistati.
Due Stati dell'Europa meridionale, esposti agli arrivi irregolari perché situati alle frontiere esterne dell'Unione, sono quelli dove i piatti della bilancia sono quasi in equilibrio. In Spagna il 41% degli intervistati è favorevole a una politica più accogliente, in Italia il 39%. In Danimarca, il dato si ferma a un terzo degli intervistati (34%).
Anche in questo caso, i potenziali elettori dei partiti conservatori e liberali sono i più propensi a chiedere un rafforzamento dei controlli alle frontiere: il 91% dei votanti di Id, l'89% di Ecr, l'81% del Ppe e il 72% di Renew Europe. Ma anche gli elettori socialisti sono più propensi alla“linea dura” (57%), e solo quelli di Verdi/Ale e La Sinistra la pensano diversamente (rispettivamente 66% e 63% a favore di una politica più accogliente.
SecondoAndrew Geddes, direttore del Centro per le politiche migratorie dell'Istituto universitario europeo, ritiene che le preoccupazioni legate alle migrazioni sono state alimentate e politicizzate dai partiti di estrema destra, come Alternative für Deutschland in Germania o Chega in Portogallo, che hanno tutti registrato un aumento nei sondaggi di opinione.
"La migrazione sta diventando una questione sempre più importante, che motiva i voti di settori dell'elettorato. Non è la questione più importante, ma il suo peso è cresciuto. Negli ultimi dieci anni circa, i livelli di preoccupazione sull’immigrazione sono stati legati anche al sostegno ai partiti populisti della destra radicale".
Il quarto tema per importanza
Le preoccupazioni emergono in effetti anche dal sondaggio. Il 59% degli intervistati afferma che l'Ue dovrebbe rendere prioritaria la lotta all'immigrazione irregolare: è il quarto argomento più importante in agenda dopo l'aumento dei prezzi, la lotta alle disuguaglianze sociali e la crescita economica, ma prima di disoccupazione, cambiamento climatico, difesa europea e assistenza all'Ucraina.
Il 29% ritiene la lotta all'immigrazione irregolare "importante ma non prioritaria", mentre il 12% "secondaria".
Anche in questo caso le percentuali di chi ritiene "una priorità" la lotta all'immigrazione irregolare variano molto, dal 70% dei Paesi Bassi al 45% della Romania.
"Credo che la gente voglia vedere un sistema che funzioni, con gli Stati membri che trovano un accordo tra loro. Invece vedono Stati membri in disaccordo su quale debba essere la politica comune e continue liti sulla migrazione".