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Spagna, la "pausa di riflessione" di Sánchez ribalta i sondaggi: il Psoe ora è 10 punti sopra al Pp

Clienti in un bar mentre il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez annuncia in tv che non si dimetterà, Madrid, Spagna, 29 aprile 2024
Clienti in un bar mentre il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez annuncia in tv che non si dimetterà, Madrid, Spagna, 29 aprile 2024 Diritti d'autore Bernat Armangue/Copyright 2024 The AP. All rights reserved.
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Di Michela Morsa
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Secondo il consulente politico Diego Bayón con questa mossa - che era prevedibile non avrebbe portato alle dimissioni - il primo ministro spagnolo è riuscito a distogliere l'attenzione dall'indagine a carico della moglie e a unire l'elettorato contro la destra in vista delle elezioni europee

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Dopo cinque giorni di riflessione, che hanno tenuto sulle spine un intero Paese, lunedì mattina il primo ministro Pedro Sánchez ha finalmente rivelato che non si dimetterà: "Mi assumo la decisione di continuare con ancora più forza alla guida della presidenza del governo della Spagna", ha dichiarato in un discorso alla Nazione trasmesso in televisione.

Il primo ministro spagnolo aveva annunciato le sue possibili dimissioni il 24 aprile, dopo che un giudice aveva aperto un'indagine preliminare contro sua moglie Begoña Gómez per presunta corruzione e traffico di influenze, in quella che lui descrive come una campagna diffamatoria orchestrata dalla destra. Il 25 aprile la procura di Madrid ha chiesto l'archiviazione del caso. 

Sánchez ha deciso di resistere, forse rinvigorito anche dall'ondata di sostegno e solidarietà che l'ha travolto in questi giorni di pausa, nelle strade ma anche tra i partiti parte della sua coalizione di governo. Come ha spiegato a Euronews il consulente politico Diego Bayón, era una mossa "prevista" perché, al di là della questione personale, non c'erano elementi concreti che spingessero lui, il suo partito o i suoi partner di governo a dimettersi. 

Ma a questo punto molti si chiedono se fosse necessario aprire questo periodo di riflessione per poter poi continuare a rimanere in carica. "Credo che tutti ci aspettassimo che, se avesse deciso di continuare, avrebbe posto una questione di fiducia per rafforzare il suo sostegno parlamentare o avrebbe annunciato una serie di misure di rigenerazione democratica in grado di porre fine alla situazione che lui stesso denuncia", ha commentatoBayón. Invece nulla. 

Sánchez ha cambiato il focus della narrazione, unendo l'elettorato

Quello che certamente Sánchez è riuscito a fare è mobilitare ancora una volta il suo elettorato in vista delle elezioni europee, con le quali il Partito popolare spera di consolidare il suo vantaggio sui socialisti al governo. 

Questo epidosio "gli ha permesso di cambiare il focus della narrazione, non si parla più tanto delle indagini giudiziarie in corso che riguardano sia il suo partito che sua moglie. E, oltre a cambiare la narrazione, questa logica dei due blocchi e della necessità di fermare l'estrema destra e costruire un muro contro il Partito popolare e Vox, gli permette di unire il suo elettorato in vista delle prossime elezioni", continua il consulente di Harmon.

Intenzionale o meno, la minaccia di Pedro Sánchez di dimettersi ha lasciato spiazzati i suoi avversari ed è riuscita a ribaltare i sondaggi. Secondo il Cis (Centro demoscopico nazionale spagnolo) il Psoe è ora in vantaggio di dieci punti sul Partito popolare nelle intenzioni di voto. 

Resta solo da vedere se il giudice continuerà con l'indagine sulla presunta corruzione della moglie del primo ministro o se, come suggerisce la maggior parte degli esperti, finirà per essere archiviata.

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