A margine della seduta del consiglio di Sicurezza Onu sulla situazione in Kosovo, Vucic ha detto "non si sa chi sia più disgustoso, se gli sloveni o qualcun altro". Nonostante le scuse del presidente serbo, Lubiana ha convocato l'ambasciatore di Belgrado per chiarimenti
Tensioni tra Serbia e Slovenia dopo le dichiarazioni del presidente serbo Aleksandar Vucic a margine della seduta del consiglio di Sicurezza dell'Onu sul Kosovo tenutasi il 22 aprile a New York.Alla presenza dei presidenti kosovaro e serbo, si è discusso dell'attuale situazione nel Paese balcanico, con tanto di scontri diplomatici.
Vucic ha infatti affermato che la Serbia era "caduta in una trappola tesale dagli Stati Uniti, dalla Svizzera e dalla Slovenia. Quando la sessione del consiglio di Sicurezza è stata rinviata, mi sono chiesto di cosa si trattasse, ma poi ci siamo resi conto che si erano accordati con americani, sloveni e svizzeri. Non si sa chi sia più disgustoso, se gli sloveni o qualcun altro".
La reazione del governo sloveno
Dure le critiche da parte del governo sloveno nei confronti di Lubiana: in una nota dell'ufficio del premier sloveno, Robert Golob, le dichiarazioni del presidente serbo vengono definite "indegne del livello raggiunto nelle relazioni tra i due Paesi". Utilizzati "termini estremamente offensivi non consoni a capi di stato e ancor meno alle relazioni amichevoli tra i popoli sloveno e serbo", si legge nella nota.
Nonostante le scuse di Vucic, la ministra degli Esteri slovena Tanja Fajon ha convocato l'ambasciatore serbo per consultazioni e chiarimenti in merito alle dichiarazioni del presidente serbo.
Le scuse di Vucic
A due giorni dalle dichiarazioni che hanno inasprito i rapporti con Lubiana, Vucic ha replicato alle critiche ricevute. Parlando con i giornalisti a New York Vucic ha detto che non intendeva in alcun modo offendere il popolo sloveno che stima e rispetta, ma che non ha alcuna intenzione di scusarsi con i leader politici sloveni che, a suo dire, conducono una "politica ripugnante" nei confronti della Serbia e del popolo serbo.
Vucic si sarebbe infatti riferito all'andamento della seduta del consiglio di Sicurezza svoltasi il 22 aprile e dedicata alla situazione in Kosovo. Seduta alla quale era stato autorizzato l'ingresso in aula, su richiesta della presidente del Kosovo Vjosa Osmani, di alcune donne kosovare vittime di stupri durante il conflitto armato di fine anni Novanta. Una decisione condannata da Vucic, il quale ha trovato inconsueto l'accaduto per i lavori all'Onu, ma che sarebbe stato concordato con i rappresentanti occidentali, compresi fra gli altri Slovenia, Svizzera e Stati Uniti, tutti a sostegno di Pristina. "Noi avremmo potuto riempire l'intera sala con vittime del terrore albanese", ha sottolineato Vucic ai giornalisti.
Nella nota, il governo di Lubiana si è detto convinto di svolgere il proprio lavoro alle Nazioni Unite sulla base dei principi di pace e riconciliazione tra nazioni.