Quali sono le missioni italiane in Medio Oriente, Tajani: "Lavoriamo per la pace"

Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani
Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani Diritti d'autore Mauro Scrobogna/LaPresse
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Di Ilaria Cicinelli
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Il ministro degli Esteri Tajani ha invitato in Italia il primo ministro dell'Anp. "Vogliamo lavorare per la pace", afferma il ministro, sottolineando che Israele ha vinto militarmente ma che ora bisogna scongiurare il rischio di escalation. Il punto sulle missioni italiane in Medio Oriente

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Impedire che il conflitto in Medio Oriente si allarghi sempre di più, è questa al momento la priorità dell'Italia e della comunità internazionale, ha dichiarato il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani commentando l'attacco iraniano su Israele di domenica scorsa

"Mi auguro che non ci sia un'escalation. Israele dal punto di vista militare ha vinto, ha respinto l'offensiva ma ora dobbiamo impedire che il conflitto si allarghi sempre di più anche perché abbiamo tensione non solo a Gaza ma anche nel Mar Rosso", ha affermato Tajani in un forum all'Ansa. 

L'Italia al lavoro per la pace, Tajani invita il primo ministro dell'Anp

L'amicizia con Israele è forte ma ora "vogliamo lavorare per la pace, compreso l'invio eventuale di truppe qualora si volesse creare uno Stato palestinese con forze di altri Paesi", ha aggiunto il ministro che ha poi sottolineato come avere l'Italia alla guida del G7 sia "un' opportunità per tutti per avere la pace". 

L'Italia ha infatti un dialogo forte con l'Autorità nazionale palestinese (Anp) e Tajani ha reso noto di aver sentito il nuovo primo ministro Mohammad Mustafa, che "ho invitato in Italia a dimostrazione che vogliamo avere un rapporto con l'unica autorità legittima palestinese per la soluzione di due popoli due stati".

Tuttavia, desta preoccupazione a livello internazionale la probabile risposta di Tel Aviv a Teheran. Israele ha confermato di voler rispondere all'attacco ma non sono ancora note le tempistiche e le modalità della rappresaglia. Tel Aviv ha però rassicurato gli Stati arabi confinanti, la risposta dello Stato ebraico non interesserà Egitto, Giordania e Stati del Golfo.

Dove si trovano le forze militari italiane in Medio Oriente

L'allerta per i militari italiani stanziati in Medio Oriente è sempre più alta mentre crescono le tensioni nella regione. A risentirne in particolare sono i soldati di stanza nel sud del Libano, la missione più importante dell'Italia in Medio Oriente. 

C’è una concentrazione alta di forze militari tra il Medio Oriente e il Mar Rosso, ha dichiarato Tajani. Le missioni che operano nell'area sono varie ma si trovano tutte a dover affrontare il medesimo contesto conflittuale e le numerose divisioni tra i principali attori regionali. 

Il generale Francesco Paolo Figliuolo, a capo del Comando operativo di vertice interforze, ha chiarito il ruolo e il numero dei militari italiani in Medio Oriente davanti alle commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato, in un audizione in merito alla relazione analitica sulle missioni internazionali in corso. 

Libano: le Missioni Unifil, Mibil e l'operazione "Levante"

In Libano l'Italia ha un contingente consistente in termini di uomini e attrezzature con più di 1.100 soldati, 400 mezzi terrestri, un' unità navale qualora richiesta dall’Onu nell’ambito della Maritime Task Force a guida tedesca e sette assetti aerei. Tajani ha assicurato che le forze di pace rimarranno nel Paese finché non si presenteranno gravi rischi per la sicurezza. Da parte iraniana "ci sarà rispetto" nei loro confronti, ha riferito il ministro.

In particolare, per la Missione Forza di Interposizione in Libano delle Nazioni Unite (Unifil), creata il 19 marzo 1978 a seguito dell'invasione del Libano da parte di Israele e rinnovata a più riprese, Roma conta più di mille unità di personale militare, circa trecento mezzi terrestri, sei unità aeree. Insieme all'Indonesia l'Italia è il Paese che ha inviato più truppe. Lo scopo della Missione è monitorare il rispetto del cessate il fuoco tra Beirut e Tel Aviv, assistere le forze armate libanesi, pattugliare l'area e supportare la popolazione locale.

Nel Paese è poi in atto anche la Missione bilaterale in Libano (Mibil) che si occupa di addestrare e formare le forze di sicurezza libanesi con la costituzione di un centro di addestramento nel sud. La Missione si inquadra nel più ampio contesto delle iniziative dell' International Support Group for Lebanon, in ambito Onu. 

Infine, l**’operazione “Levante”,** da poco approvata, ha l’obiettivo di garantire gli interventi umanitari a favore della popolazione palestinese della Striscia di Gaza ma tra i possibili compiti c’è anche quello di evacuare gli italiani nell'area, se necessario.

Cisgiordania

A Gerico, in Cisgiordania, i militari italiani sono impegnati nell'addestramento delle forze di sicurezza palestinesi nell'ambito di una missione bilaterale. Due ufficiali dei Carabinieri hanno il compito di tenere in collegamento lo staff del Coordinatore della sicurezza degli Stati Uniti per Israele e l'Autorità palestinese a Gerusalemme.

L'Italia ha poi messo a disposizione della coalizione per il mantenimento della pace nel Sinai tre pattugliatori.

Iraq

Nell'ambito della lotta allo Stato islamico (Isis) l'Italia ha dispiegato un contingente di circa mille unità e sedici assetti aerei. Per sostenere la Coalizione internazionale per la stabilizzazione dell’area mediorientale, i soldati italiani in Iraq sono impegnati nell'addestramento delle forze armate e forze di sicurezza locali.

Roma partecipa anche alla missione di consulenza e rafforzamento delle capacità istituzionali dell’Iraq "Nato Mission Iraq", di cui ha ceduto il comando a Madrid nel maggio del 2023. Tuttavia ricopre ancora il ruolo di Capo di Stato Maggiore della missione.

Mar Rosso

Per fronteggiare la minaccia rappresentata dai ribelli yemeniti Houthi l'Italia è al comando della Missione Aspides dell'Ue, per garantire la libertà di navigazione e tutelare il commercio internazionale nello stretto di Bab El Mandeb e nel Golfo di Aden. 

Queste sono due aree strategiche per raggiungere il canale di Suez, da cui passano circa il 40 per cento delle importazioni ed esportazioni italiane e, a livello globale, il 13 per cento delle merci. In meno di due mesi la Missione difensiva ha respinto undici attacchi Houthi e scortato 68 navi. 

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Infine Roma ha preso parte alla Missione Atalanta contro la pirateria nel Corno d'Africa, che garantisce anche la protezione delle unità mercantili del World Food Program (Wfp), addette al trasporto di aiuti umanitari diretti in Somalia e Yemen.

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