A due giorni dalla chiamata alle urne per rinnovare il Parlamento è ancora scontro tra il presidente Milanović e il primo ministro uscente Plenković, e i loro rispettivi partiti, tra accuse di corruzione e di incostituzionalità
Mancano meno di due giorni alle elezioni parlamentari croate e non si è placato l'aspro scontro politico tra le due massime cariche del Paese, il presidente Zoran Milanović e il primo ministro Andrej Plenković, esponenti di punta rispettivamente del Partito socialdemocratico (Sdp), attualmente alla guida dell'opposizione, e dell'Unione democratica croata (Hdz), il partito conservatore che guida la maggioranza di governo.
Il presidente Milanović accusa Plenković e i suoi di corruzione, il premier rilancia criticando l'atteggiamento "dittatoriale" della prima carica dello Stato per il suo tentativo di candidarsi alla carica di primo ministro senza prima dimettersi da presidente.
La Corte Suprema ha dichiarato l'incostituzionalità della candidatura di Milanović. Il presidente ha definito i giudici "contadini" e nelle ultime settimane ha continuato a girare per il Paese facendo campagna contro l’Hdz. Ha dichiarato che se l'Sdp vincerà luisarà eletto alla guida del governo pur non essendo il candidato ufficiale del partito. Sarebbe una mossa senza precedenti nella breve storia democratica della Croazia.
"E qual è l'alternativa, chi è l'alternativa? L'alternativa in queste elezioni non è guidata dall'opposizione formale. Piuttosto, è guidata da un uomo che viola la Costituzione, Milanović, che ha architettato un sabotaggio politico contro queste elezioni e che sta distruggendo le fondamenta costituzionali della Croazia", ha dichiarato durante un comizio Plenković.
Cosa dicono gli analisti politici
Gli osservatori sottolineano l'assenza dei temi dell'economia e della sicurezza dal discorso pubblico durante la campagna elettorale.
"Tutto si riduce solo a stabilire se si preferisce avere Plenković o Milanović. Per un Paese, per una Nazione che non ha una grande cultura politica, che non ha una grande tradizione democratica, questo rappresenta, secondo me, un ulteriore passo indietro", ha commentato l'analista politico Zarko Puhovski.
Secondo gli ultimi sondaggi, il partito al governo è destinato a rimanere al potere ma perderà la maggioranza. L'Hdz continua a godere di un costante vantaggio, con circa il 30 per cento di sostegno elettorale rispetto al 20 per cento dell'Sdp.
L'opposizione punta tutto sulla lotta alla corruzione
La resa dei conti arriva mentre la Croazia è alle prese con una corruzione diffusa, una carenza cronica di manodopera, il tasso di inflazione più alto dell’Eurozona e una persistente migrazione illegale lungo i suoi confini.
La coalizione di opposizione “Fiumi di giustizia”, guidata dall’Sdp, ha deciso di puntare sulla rabbia della classe media e ha promesso di condurre una “lotta senza compromessi contro la corruzione”, insieme a “salari e pensioni più alte”.
“Non si può più fare nulla se non si conosce la ‘persona’, non si ha un legame o una tessera del partito”, ha detto il leader dell’Sdp Pedja Grbin in una recente manifestazione. Questaretorica ha trovato ascolto presso molti croati.
La corruzione è stata a lungo il tallone d’Achille dell’Hdz, investito da una girandola di accuse che negli ultimi anni ha visto diversi ministri dimettersi.
L'Hdz punta sull'europeismo e la stabilità
Plenković, premier dal 2016, ha sottolineato il suo ruolo nel guidare la Croazia nell’Eurozona e nell’area Schengen. Essendo il primo ministro in carica da più tempo di sempre, afferma spesso che un voto per il suo partito significa "stabilità, sicurezza e sviluppo”.
Ma con un salario medio mensile di 1.240 euro e un prodotto interno lordo pari al 76 per cento della media dell’Unione europea, la Croazia rimane uno dei membri più poveri del blocco, di cui fa parte dal 2013.
Milanović ha ripetutamente assunto posizioni antieuropeiste e filorusse, criticando il sostegno di Bruxelles all’Ucraina in seguito all’invasione del paese da parte della Russia e incolpando l’Hdz di non essere riuscito ad arginare gli arrivi di migranti. Ha anche definito Plenković “bugiardo e falso” e un “fattorino” della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.