Israele risponde agli inviti alla moderazione: "Colpiremo l'Iran, al momento giusto"

Herzi Halevi, Capo di Stato Maggiore dell'esercito israeliano
Herzi Halevi, Capo di Stato Maggiore dell'esercito israeliano Diritti d'autore Captura de pantalla de vídeo de AP
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Di Stefania De Michele
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Il capo delle forze armate israeliane, il generale Herzi Halevi, ha dichiarato che Israele sta valutando le sue prossime mosse, ma che l'attacco di Teheran "avrà una risposta"

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I leader mondiali chiedono di abbassare i toni, Israele replica con il portavoce dell'esercito, il contrammiraglio Daniel Hagari, che dice: "Risponderemo all'attacco iraniano nel momento che sceglieremo".

La de-escalation non può contare sui toni più morbidi dei vertici militari israeliani. 
Il capo delle forze armate israeliane, il generale Herzi Halevi, ha dichiarato che Israele sta valutando le sue prossime mosse, ma che l'attacco di Teheran "avrà una risposta".

Sia Halevi che Hagari hanno parlato alla base aerea di Nevatim, nel sud di Israele, che ha subito lievi danni durante il raid iraniano.

Il gabinetto di guerra di Israele si riunisce ancora

Il gabinetto di guerra, presieduto dal primo ministro Benjamin Netanyahu, si è già riunito due volte ed è atteso un altro vertice nelle prossime ore. Per il secondo giorno consecutivo, non è stata annunciata alcuna decisione, ma sul tavolo ci sono diverse opzioni. Tutte prevedono - è stato detto - "una risposta dolorosa" per l'Iran. Ma l'obiettivo è quello di non incorrere nel veto degli Stati Uniti e non scatenare una guerra regionale.

In un confronto con il leader della maggioranza della Camera degli Stati Uniti, Steve Scalise, Netanyahu ha detto che "Israele farà tutto ciò che è necessario per difendersi".

In bilico i legami tra Israele e gli Stati arabi moderati?

Gli Stati Uniti esortano Israele a mostrare moderazione mentre cercano di costruire un'ampia risposta diplomatica.
Il G7 ha rilasciato una dichiarazione congiunta che "condanna inequivocabilmente e nei termini più forti" l'attacco iraniano ed esprime "piena solidarietà e sostegno a Israele".

Negli ultimi anni, gli Stati Uniti hanno lavorato per rafforzare i legami tra Israele e gli Stati arabi moderati in un asse che fosse di contrasto all'influenza dell'Iran nella regione. 

Gran parte di questa cooperazione si è svolta sotto l'ombrello del Comando Centrale degli Stati Uniti, che supervisiona le operazioni militari statunitensi in Medio Oriente. Il Centcom lavora a stretto contatto con i militari della regione, tra cui Israele, Giordania, Arabia Saudita.

Risposta all'Iran: Nessun pericolo per i Paesi arabi

La risposta all'Iran non metterà in pericolo i Paesi arabi della regione. Questa l'assicurazione, secondo la tv Kan, che Israele ha dato a Egitto, Giordania e agli Stati del Golfo informandoli che la sua azione contro l'Iran sarà effettuata in modo da non coinvolgere loro in una eventuale contro risposta da parte di Teheran.

Le cooperazioni dichiarate e tacite con Israele contro l'Iran

Gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e la Giordania - importante alleato americano - hanno dichiarato che le loro forze aeree hanno contribuito a intercettare i missili e i droni iraniani. Halevi ha detto che la Francia e altri partner sono stati coinvolti e ha osservato che "l'attacco dell'Iran ha creato nuove opportunità di cooperazione in Medio Oriente".

Le armi iraniane hanno attraversato anche i cieli sauditi, secondo una mappa rilasciata dall'Idf. Israele afferma che la maggior parte delle intercettazioni è avvenuta al di fuori dello spazio aereo israeliano, indicando una cooperazione almeno tacita con i sauditi. 

Cosa comporta una risposta israeliana all'attacco di Teheran

Un attacco unilaterale israeliano potrebbe mettere a dura prova questi contatti dietro le quinte, in particolare con Paesi come l'Arabia Saudita che non hanno relazioni diplomatiche ufficiali con Israele. 

Inoltre, le ostilità non più sottotraccia con l'Iran rischiano di aprire un nuovo fronte nel momento in cui Israele è impantanato in una guerra di sei mesi a Gaza.

Durante il conflitto a Gaza, Israele ha anche affrontato le folate offensive del gruppo militante libanese Hezbollah, sostenuto dall'Iran, lungo il confine settentrionale mentre le milizie sostenute dall'Iran in Iraq e nello Yemen hanno attaccato Israele. L'attrito ha alimentato i timori di una guerra totale potenzialmente distruttiva tra Israele e Hezbollah, o di un più ampio confronto diretto tra Israele e Iran.

L'attacco iraniano diretto, il primo dopo tanti anni di inimicizia

L'attacco iraniano di sabato contro Israele è avvenuto come ritorsione per il blitz di due settimane prima contro un edificio consolare iraniano nella capitale siriana di Damasco.

È la prima volta che l'Iran lancia un attacco militare diretto a Israele, nonostante decenni di inimicizia che risalgono alla Rivoluzione islamica del 1979.

L'Iran ha lanciato centinaia di droni, missili balistici e da crociera contro Israele, che sostiene di averne intercettato e abbattuto il 99%, in coordinamento con la coalizione di partner guidata dagli Stati Uniti.

Israele e l'Iran sono stati in rotta di collisione per tutta la durata della guerra di Gaza. L'offensiva israeliana nella Striscia ha ucciso più di 33.700 palestinesi. Il conflitto tra Israele e Hamas è la causa di una delle più drammatiche crisi umanitarie nella regione.

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Le esortazione dei leader alla moderazione

I leader mondiali hanno fatto pressione su Israele affinché non risponda all'attacco iraniano. Il primo ministro britannico Rishi Sunak ha dichiarato che "tutte le parti devono mostrare moderazione" per evitare una crescente spirale di violenza in Medio Oriente. 

Il presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato che Parigi cercherà di "convincere Israele che non dobbiamo rispondere con un'escalation".

A Washington, il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale statunitense John Kirby ha rifiutato di dire lunedì se gli Stati Uniti sono stati o prevedono di essere informati su eventuali piani di risposta israeliani. "Lasceremo che siano gli israeliani a parlarne - ha detto - Non siamo coinvolti nel loro processo decisionale su una potenziale risposta".

Il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha dichiarato che gli Stati Uniti non cercano un'escalation, ma che continueranno a sostenere la sicurezza di Israele. "Forza e saggezza devono essere facce diverse della stessa medaglia", ha dichiarato.

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