Come viene visto l'attacco a Israele in Iran?

Gli iraniani con la loro bandiera nazionale
Gli iraniani con la loro bandiera nazionale Diritti d'autore Ebrahim Noroozi/Copyright 2017 The AP. All rights reserved.
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Di Euronews Persian Agenzie:  Joshua Askew
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

Gli attacchi di Teheran contro Israele potrebbero comportare ulteriori problemi per i cittadini comuni, già in difficoltà sotto un regime islamico profondamente impopolare

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Il primo confronto militare diretto dell'Iran con Israele, avvenuto sabato, non è stato una sorpresa per alcuni. La stessa Guida Suprema iraniana, l'ayatollah Ali Khamenei, aveva avvertito che Israele sarebbe stato "schiaffeggiato", a seguito di un sospetto attacco aereo israeliano a un edificio consolare iraniano in Siria all'inizio del mese.

Non per questo le conseguenze dell'attacco - che ha visto Teheran lanciare più di 300 droni, missili balistici e da crociera contro Israele - sono meno preoccupanti per la popolazione iraniana.

Sebbene i media statali descrivano festeggiamenti di massa tra i cittadini, una parte significativa della popolazione è profondamente preoccupata per le ricadute economiche, per l'aumento della repressione interna e per le possibili azioni di rappresaglia da parte di Israele che potrebbero trascinare il Paese in guerra.

L'economia iraniana è in crisi

L'aumento dell'inflazione e la carenza di beni di prima necessità, che potrebbero peggiorare con una nuova ondata di sanzioni internazionali, sono diventate negli ultimi anni la principale preoccupazione della popolazione.

Il valore della valuta iraniana rispetto al dollaro, all'euro e alla sterlina ha raggiunto un livello minimo storico dopo gli attacchi. Il prezzo di un dollaro Usa ha superato i 70mila rial iraniani per un'ora domenica, per poi diminuire.

FILE - In this July 19, 2016 file photo, Iranians walk through the Tajrish bazaar in northern Tehran, Iran.
FILE - In this July 19, 2016 file photo, Iranians walk through the Tajrish bazaar in northern Tehran, Iran.Vahid Salemi/Copyright 2018 The AP. All rights reserved.

La valuta iraniana ha perso il 94 per cento del suo valore rispetto al dollaro nell'ultimo decennio, come ha notato l'Economist nel marzo 2023. Questo ha colpito duramente il tenore di vita della popolazione, facendo sprofondare milioni di persone nella povertà.

Sebbene Washington non intenda partecipare all'eventuale rappresaglia di Israele contro l'Iran, il presidente statunitense Joe Biden ha chiesto una risposta coordinata e diplomatica da parte dei Paesi industrializzati del G7.

Se Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Francia, Germania, Italia e Giappone colpiscono con sanzioni l'economia iraniana già in difficoltà, la popolazione potrebbe subire ulteriori disagi.

Il rischio di repressione interna

Nel 2022 il regime islamico iraniano è stato colpito dalla più grande manifestazione di disordini antigovernativi degli ultimi decenni. Le proteste sono state scatenate dalla morte di Mahsa Amini dopo il suo arresto da parte della polizia morale del Paese, colpevole di non aver coperto correttamente i capelli con l'hijab e di indossare jeans attillati.

Sebbene le manifestazioni siano state in gran parte represse, i codici di abbigliamento islamici sono ancora fattore di contestazioni e il governo ha perso legittimità agli occhi di molti.

Alcuni in Iran temono che un confronto militare più diretto con Israele permetta alla Repubblica islamica di risolvere più facilmente le sfide interne con la forza, con il pretesto di evitare instabilità o di condizioni di guerra straordinarie.

An Iranian woman protesting in 2022.
An Iranian woman protesting in 2022.Esteban Felix/Copyright 2022 The AP. All rights reserved.

Il governo iraniano potrebbe proseguire nella sua violazione dei diritti umani e applicare leggi più severe sull'hijab obbligatorio, già attuate sabato in sordina, oscurate proprio dall'attacco iraniano a Israele.

Domenica il corpo delle Guardie rivoluzionarie iraniane ha avvertito che avrebbe affrontato "i sostenitori di Israele nel cyberspazio". Le critiche online alla politica regionale della Repubblica islamica e all'operazione militare di sabato potrebbero essere considerate come "sostegno a Israele".

Il rischio di una guerra più ampia

All'interno della popolazione iraniana, che conta circa 88 milioni di persone, esiste un segmento che sostiene la politica estera del regime. Alcuni sono solidali con la causa palestinese e criticano quelle che considerano politiche dannose in Medio Oriente da parte di Israele e del suo principale alleato, gli Stati Uniti.

Ma le autorità di intelligence iraniane hanno anche adottato misure per sopprimere le voci dissenzienti, vietando a giornali e personaggi pubblici di esprimere qualsiasi forma di opposizione all'attacco contro Israele e alle sue conseguenze, con tattiche che ricordano le azioni del Cremlino nel conflitto in Ucraina.

Gli iraniani temono per le loro famiglie e per il loro futuro in caso di conflitto diretto.

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In this Tuesday, Jan. 22, 2019, photo, a girl walks past a poster of Ayatollah Ruhollah Khomeini,.Vahid Salemi/Copyright 2019 The AP. All rights reserved.

Il ricordo ossessivo della brutale guerra con l'Iraq durata otto anni, dal 1980 al 1988, che ha visto morire circa 200mila iraniani, aggiunge peso a queste preoccupazioni.

I contenuti in tendenza sui social media suggeriscono che una parte significativa degli utenti di Internet stia scrutando il presunto successo dell'Iran nell'attacco al suolo israeliano, sospettando che si tratti di una mossa premeditata e potenzialmente autorizzata dalla Casa Bianca.

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Un'altra porzione di opinioni sui social media considera il vero vincitore di questo attacco il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che è riuscito ancora una volta a mostrare le capacità difensive del suo Paese neutralizzando il 99 per cento dei droni e dei missili iraniani.

Secondo alcuni l'esitazione dell'Iran, che ha agito contro Israele a distanza di molti giorni dall'attacco al suo edificio consolare, sottolinea la sua debolezza.

Respingendo l'attacco iraniano Netanyahu ha dimostrato che, anche in mezzo alle crisi interne e alle crescenti critiche internazionali per l'offensiva nella Striscia Gaza, Israele possiede ancora la capacità necessaria per riavvicinare l'Occidente e i suoi alleati.

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